
Nell’anno di (dis) grazia 2020, qualcuno potrebbe trovare sotto l’albero il regalo più gradito: il vaccino anti-Covid. Non tutti, come ci hanno già spiegato, perché le primissime dosi saranno somministrate agli operatori sanitari, i malati cronici e gli anziani. Gli altri dovranno aspettare ancora qualche mese, forse l’inizio dell’estate. A meno che non entrino in azione i bagarini, quelli che con gli stadi chiusi potrebbero avere già riconvertito il biglietto dei distinti con il flaconcino di vetro. Il rischio è di spendere anche 1.000 euro, forse molto di più, per procurarsi la dose salvifica al mercato nero. Salvifica solo per i ricchi, a questo punto e correndo il rischio di trovare nella boccettina di vetro acqua distillata conservata a -85°: pacco, paccotto e contropacco. Si potrebbe osservare: procurarsi i biglietti dello stadio è una cosa, il vaccino anti-Covid un’altra. Certo, questa non è roba per tutti. Servono enormi disponibilità di denaro e rapporti di buon vicinato con i cosiddetti stati-canaglia, quelli che attraverso le grandi lobby farmaceutiche, come quelle degli Stati Uniti, sono in grado di aggirare l’ostacolo. Un riferimento fin troppo scontato alla grande criminalità organizzata: mafia, ‘ndrangheta e Camorra in Italia, mafia cinese e mafia russa altrove, quest’ultima attivissima nei paesi dell’Est che si affacciano sui nostri confini. Ecco il vero business del secolo: non il flacone di vaccino che entrerà nelle nostre case al prezzo di mercato di 15 euro. Ma quello che per salvarci la vita raggiungerà il nostro freezer solo dopo aver fatto molti prelievi al bancomat e avere circumnavigato gli oceani stipato in un container. Roba per ricchi, come sempre. (s.o.)