
Basta chiedere a qualche nonno per avere conferma: un Natale con il “coprifuoco” non si ricordava nel nostro Paese da 80 anni, quando il suono sinistro delle sirene annunciava l’arrivo di grappoli di bombe che piovevano dal cielo. Ma quella era la seconda guerra mondiale. Oggi si tratta della lotta contro un nemico invisibile che ci terrà in casa per tutte le sante feste, con possibilità di spostamenti limitati all’edicola o al tabaccaio sotto casa. In altre parole, per la prima volta non vedremo l’ora di sbarazzarci in fretta di questo Natale, anche se abbiamo fatto l’albero e il presepe. Per pochi, visto che non potremo imbandire la tavola per parenti e amici ma solo per i pochi intimi consentiti dall’ultimo Decreto sicurezza del governo. Natale con i tuoi! Magari, penserà chi non potrà abbracciare un figlio o un genitore che vive lontano a causa delle severe limitazioni agli spostamenti. Conviene avvertire subito i re Magi, già in cammino da molto lontano per venire a consegnare i loro doni al nuovo nato: occhio alla zona rossa! Gli altri, dentro la stalla, saranno in cinque, compresi il bue e l’asinello. La raccomandazione è di non superare il numero di quattro. Ma chi dovrebbe abbassare il capo e uscire per passare la notte, quella notte così speciale, al freddo e al gelo? (s.o.)