
Dopo il referendum sul taglio dei parlamentari, nell’agenda della politica è entrato, giocoforza, il dibattito sulla nuova legge elettorale. Lo sbarramento al 5% proposto dal Pd di Nicola Zingaretti fa già paura a molti. Ma al di là di cosa dicano oggi i sondaggi sulla salute dei partiti, sono gli scenari futuri a prestarsi a mille variabili, a troppe incognite. Facile immaginare che una soglia così alta per l’accesso alle due Camere (anche in considerazione del taglio dei parlamentari sancito con il referendum) preoccupi i partiti del 3% come quelli di Renzi e Calenda, della Bonino, della sinistra racchiusa nel recinto di Liberi e uguali, per non palare degli altri rimasti ai margini della rappresentanza parlamentare: da Casapound a Rifondazione comunista. Ma a rischiare potrebbe essere anche chi, oggi, si sente al riparo da questo pericolo. Come il Movimento 5 stelle, che alle ultime amministrative è riuscito a raccattare percentuali omeopatiche anche dove, alle politiche del 2018, era stato votato da un elettore su due. Senza contare che l’irruzione a gamba tesa del solito Di Battista nel dibattito interno del movimento ha tutta l’aria di una scissione alle porte. Scissione che potrebbe portare proprio l’ala ortodossa e quella governativa dei 5 star a scontrasi con l’alta soglia di sbarramento della nuova legge elettorale. Così come per i nuovi partiti che verranno. Ultimo in ordine di tempo la Buona Destra di Filippo Rossi e Daniele Toto, nata con il proposito di porre un argine alle forze sovraniste e populiste del Paese (alias la Lega di Matteo Salvini e i seguaci di Rousseau) ma che difficilmente avrebbe la forza di raggiungere un’asticella posta così in alto già al primo salto. Così, di fatto, una legge elettorale proporzionale riporterebbe a quel bipolarismo tanto caro alla seconda repubblica: centrodestra contro centrosinistra, con pochi margini di manovra da una parte e dell’altra. Il modello americano, insomma, dove la politica è però roba da élite. E le elezioni si vincono solo con palate di dollari, non con la forza delle idee. (s.o.)